Sebastião Salgado nato a Aimorés(Brasile) 8 febbraio 1944. Attualmente residente a Parigi è considerato il più grande fotografo attualmente esistente al mondo. La sua carriera è costellata di grandi riconoscimenti alla sua arte..La fotografia
Ecco i riconoscimenti alla sua carriera fotografia:
- Hasselblad Award1989
Salgado Nasce in Brasile, e inizialmente si laurea come economista e statistico. Un viaggio in Africa a Shael fà scattare in lui la passione per la fotografia. I suoi scatti si basano sulla continua ricerca di reportage con impianto socio-umanitario, questo impone mesi e anni per realizzare un progetto. Arrivato non troppo giovane in questo campo, Salgado subito lascia capire che presto diventera uno dei più grandi fotografi al mondo. Il suo impegno nel sociale fanno si che i suoi reportage arrivino subito all’ attenzione del grande pubbblico, come quello svolto nel 2013 durante la campagna campagna di Survival International per salvare una delle ultime tribù amazzoniche minacciate di estinguersi gli Awa.
Questo è solo l’ ultimo reportage realizzato da Salgado. Oltre a questo ci sono anche i suoi 6 anni in America Latina che hanno dato vita al suo libro Other Americas
Altro capolavoro è il suo immenso lavoro nella realizzazione della “mano dell’ uomo”
E la raccolta di immagini di il Cammino e Ritratti di bambini in cammino
Come in tutte le foto dei grandi maestri della fotografia anche in queste di Salgado (rigorosamente in B&W) si notano tratti marcati e momenti densi, vivi, pieni di drammaticità. Le sue opere sono dei veri capolavori che testimoniano come l’ uomo stia distruggendo l’ uomo. Il suo monocromismo è vivo! Guardando le sue foto si può notare un vissuto e quasi sentirne l’ odore.
Salgado utilizza una fotocamera ( in prevalenza Leica) 35mm e una pellicola bianco e nero, ed è questa semplicità a rendere unici i suoi scatti, nessuna manipolazione, nessun stravolgimento degli eventi..la pura e cruda realtà. In alcuni casi come in Africa dove la Leica non gli permetteva grosse stampe ha utilizzato una Pentax 645 formato 220.
Dopo l’ attentato del 2001 in America, Salgado non ha potuto trasportare in Africa la sua mole di rullini per fare foto, perche’ il passaggio continuo sotto i raggi x ne deterioravano la qualità. Quindi ha optato per una Canon 1Ds Mark III, da 21 megapixel.
«Ricongiungerci con il mondo com’era prima che l’uomo lo modificasse fino quasi a sfigurarlo» queste le parole del fotografo che accompagnano la sua grande impresa nel realizzare “Genesis“.
La moglie cosi descrive il lavoro del marito Lélia Wanick Salgado, che spiega: «Genesi è la ricerca del mondo delle origini, come ha preso forma, si è evoluto, è esistito per millenni prima che la vita moderna accelerasse i propri ritmi e iniziasse ad allontanarci dall’essenza della nostra natura”