Nato a Bologna nel 1967, Paolo Capelli è un freelance che ama fotografare la natura. Lo abbiamo intervistato per il progetto “fotografi Italiani”
Ciao Paolo. Come sei approdato alla fotografia?
Il mio approccio iniziale alla fotografia è stato piuttosto casuale. Ho avuto la fortuna di viaggiare molto e mi interessava fissare in modo permanente i miei ricordi e i posti che ho visitato: ovviamente la fotografia era la soluzione migliore. Il problema era che gli scatti fatti in viaggio erano sempre sotto le aspettative, quindi ho cercato di migliorare la mia tecnica, imparando le regole base della fotografia e soprattutto guardando foto di altri. Sono serviti anni, decine di metri di pellicola e migliaia di scatti digitali, ma alla fine penso di essere cresciuto.
Quale tipologia di foto ti piace ?
amo la fotografia paesaggistica e naturalistica: spesso isolarsi in mezzo alla natura è anche un ottimo pretesto per staccare dal caos cittadino e dalla routine della quotidianità, indipendentemente dal numero di scatti validi che si riescono a fare. Ma quello che preferisco in assoluto è la fotografia di viaggio: ho una grande passione per gli Stati Uniti, meta che mi consente di abbinare il senso di libertà del viaggiare alla sconfinata bellezza dei parchi americani. Probabilmente due terzi delle mie foto sono state scattate nell’ovest degli USA.
Cosa consiglieresti a chi comincia adesso ?
Scattate a volontà, senza paura di sbagliare. Imparerete di più da una foto sbagliata piuttosto che da una ben riuscita, perché vi insegnerà a cogliere meglio l’attimo quando si ripresenterà l’occasione. Col tempo riuscirete ad essere più selettivi, ma non c’è fretta.
Fotografate quello che piace a voi, non quello che pensate possa piacere agli altri: se lo fate col cuore probabilmente piacerà anche a chi guarda la foto.
Se siete in viaggio fotografate il più possibile, ma non fate l’errore di vivere la maggior parte dell’esperienza dietro ad una lente. Ci sono momenti in cui la reflex deve rimanere spenta per immergersi pienamente in ciò che ci circonda.
Divertitevi: non è un lavoro, state fotografando per voi stessi.
Cosa esprime il tuo progetto fotografico o la tua fotografia ?
Nulla più che il mio modo di “vedere” le cose, un mio personale tributo alla grandezza della natura. E se poi può servire a qualcuno come stimolo per viaggiare o apprezzare il mondo da un punto di vista diverso, tanto meglio..
Cosa significa per te fare fotografia?
Significa riportarsi a casa una frazione delle sensazioni provate durante lo scatto della foto stessa, per poterle rivivere a distanza di tempo. L’emozione di un tramonto, l’adrenalina di quando incroci lo sguardo con un animale selvaggio, il boato di un vulcano nella notte, il fragore del fulmine durante un temporale, lo smarrimento davanti alla maestosità della natura oppure il sorriso di una persona cara: questo è ciò che vorrei comunicare con le mie fotografie.
Credi che la fotografia possa diventare un lavoro per te ?
Non saprei, non ci ho mai pensato seriamente.. Ritengo che ci sia differenza tra fare una cosa per piacere personale e farla per dovere: forse si rischia di perdere parte del divertimento e della magia. Comunque, mai dire mai.
il tuo fotografo preferito ?
Marc Adamus e Peter Lik tra i nomi più conosciuti. Ma cercando in rete si vedono foto meravigliose fatte da perfetti sconosciuti, che hanno solamente la sfortuna di non essere notati dal grande pubblico.
La tua attrezzatura?
Due corpi macchina Nikon (D3200 e D90) e tre obiettivi (Nikon 18-200 , Nikon 18-55 e Tamron 70-300): nulla di qualitativamente elevato ma comunque adatti ai miei scopi. Per le emergenze ho una vecchia bridge della Olympus, che utilizzo quando non ho voglia di portarmi dietro l’attrezzatura completa.
Pagina Facebook: Paolo Capelli Photography
Sito web: www.paolocapelliphotography.com