Il problema che spesso si riscontra su internet è il “furto” di una propria immagine riutilizzata a fini commerciali senza nessuna autorizzazione da parte del fotografo che l’ ha scattata.
I vari social come Facebook,Istagram, 500pixel, e tanti altri non garantiscono la cosidetta “proprietà intelletuale” dello scatto.
Pensate che ogni giorno vengono condivise sul web circa 350 milioni di immagini da 1 miliardo di utenti su Facebook. Numeri in costante crescita, perchè oggi grazie alla fotografia digitale, tutti possono “raccontarsi” attraversi le immagini.
Questo porta ad’una quasi impossibilità di controllare se le proprie immagini sono utilizzate in maniera anche illecità da qualcuno.
Ma ci sono in arrivo delle novità, ed e vengono dall’ Italia e precisamente dal politecnico di Torino.
Secondo gli esperti del settore le moderne macchine fotografiche hanno una loro particolare “impronta digitale”, che viene impressa su ogni foto ed è diversa da fotocamera a fotocamera.
Non stiamo parlando di dati exif, ne di firme ( rimovibili con un software grafico), ma di un segno distintivo ben preciso.
Il progetto denominato “ToothPic-A-large-scale-camera identification system based on compress fingerprints” ha lo scopo di dimostrare che tale impronta può essere utilizzata per gestire l’ enorme quantità di foto presenti nel web.
Il progetto finale sarebbe la realizzazione di un motore di ricerca in grado di rintracciare online tutte le foto scattate da una determinata macchina. Sarebbe un ottimo risultato anche in caso di furto della fotocamera, percè se qualcuno la riutilizza e posta online le foto , puo’ essere rintracciato 😉