Ho avuto il piacere in questi giorni di leggere 2 libri sulla fotografia di Feininger. Uno dei maestri di questa bellissima arte , nei quali spiega perchè alcune regole vanno violate. Partendo dal presupposto che le regole fotografiche esistono e bisogna conoscerle, anche se non devono rappresentare un’ “obbligo”, devono essere un punto di riflessione da cui iniziare.
Fin qui non ho scritto nulla di nuovo, e penserete ” ecco le solite menate sulle regole se vanno infrante o meno”. Ho già affrontato insieme a voi questo argomento, e sono giunto alla conclusione che ognuno è libero di fare le foto secondo il proprio “essere” fotografo, perchè le fotografie sono in parte un’ estensione di chi le scatta e quindi devono raccontare anche le emozioni del fotografo. Cosi mi sono incuriosito, ed ho cominciato una ricerca sui suoi “concetti” Ecco cosa ne venuto fuori.
Vi dicevo prima di questi 2 libri dai quali sono estratti tutti i concetti riportati nell’ articolo :
1) Andreas Feininger – l’occhio del fotografo, ed. Garzanti Vallardi (e-bay link)
2) Andreas Feininger – La fotografia, principi di composizione, ed. Garzanti (e-bay link)
La cosa che mi ha incuriosito è il modo in cui Feininger spiega le motivazioni per cui una regola debba essere “infranta”, ma sottolinea anche che il fotografo deve essere cosciente che stà “violando” una regola, e questo riporta all’ anteprima del post ” le regole ci sono e devi conoscerle per “violarle” altrimenti fai solo click senza sapere nulla, ne se utilizzi una regola, ne se la stai “violando” ;).
Ora vediamo un pò di trarre dai suoi libri un’ estratto di cio’ che vuole farci capire attraverso le sue osservazioni.
Cominciamo con la famosa sezione aurea che dona armonia alla foto, ma puo’ trasformarla in una foto comune come tante. Quindi osa di più, rompendone la “monotonia” che suggerisce di posizionare ” il soggetto a 1/3 dal bordo della foto”.
Abbiamo parlato anche noi delle curve ad esse nella composizione, anche questa “tecnica” è ampiamente utilizzata. Quindi uscire fuori dallo schema potrebbe portare delle belle sorprese.
La convinzione che hanno molti fotografi secondo cui le linee convergenti verso un soggetto aiutano chi osserva la foto a focalizzarsi su di esso è falsa !!! Non è detto che il punto d’ interesse del fotografo sia anche quello di chi osserva la foto.
Le composizioni che si basano su triangoli, diagonali, spirale di fibonacci, vanno bene se la foto venisse osservata solo da un gruppo di ottimi fotografi capaci di cogliere queste contrapposizioni geometriche. La maggior parte di chi osserva le foto , non ha questa conoscenza, quindi sono inutili!!!
C’ e’ chi dice che l’ orizzonte non dovrebbe mai dividere in 2 una foto, perchè diventerebbe “uno scatto monotono”. Qui Feininger fà un’ osservazione “E’ se un fotografo volesse proprio rendere l’idea della monotonia ?”.
Molti secondo Feininger asseriscono che la foto dovrebbe avere soggetti e movimento che portino da sinistra a destra, questo perchè naturalmente il nostro occhio è portato a guardare da sx a destra, ma ci sono “occhi” come quelli degli Arabi e degli Ebrei che fanno esattamente il contrario, scrivono da destra a sinista, questo li porta ad osservare le cose in maniera diversa,vuol dire che non capiranno mai una bella fotografia ?
Lo spazio che si trova davanti al soggetto deve essere sempre maggiore di quello alle sue spalle. Non sempre è cosi. Se scattiamo una foto di un corridore nel suo senso di marcia dando più spazio dietro che avanti, otterremo una sensazione di spinta verso il traguardo.
Si dice che di solito quando si scattano ritratti in cui il soggetto non guarda verso la camera, e buona regola lasciare più spazio verso la direzione in cui guarda. Non è affatto cosi !!! Se “evitiamo” questa regola riusciamo a dare alla foto che stiamo scattando una sensazione di tensione.
C’è chi asserisce che le parti chiare di uno scatto sono quelle che attirano di più l’ attenzione dell’ osservatore. Secondo Feininger è falso, perchè provate a mettere una forma scura ben delineata, in una area vasta chiara, e vedrete la differenza.
Questo più o meno è il pensiero di Feininger sulle regole. Voi che dite è cosi ? Oppure no ?