La fotografia intitolata “Afghan Girl”, scattata da Steve McCurry nel 1984, è una delle immagini più iconiche della storia della fotografia. La scelta di utilizzarla come copertina del National Geographic nel giugno 1985 fu presa immediatamente dopo che i redattori videro l’immagine, colpiti dalla straordinaria intensità dello sguardo della giovane. Questo scatto divenne subito un simbolo dell’umanità e delle difficoltà affrontate dai rifugiati in tutto il mondo. Questo ritratto, pubblicato per la prima volta sulla copertina del National Geographic nel giugno 1985, rappresenta Sharbat Gula, una giovane rifugiata afghana incontrata in un campo profughi in Pakistan durante il conflitto tra Afghanistan e Unione Sovietica. La forza dello scatto risiede nella combinazione di tecnica, emozione e contesto storico.
Contesto della fotografia
McCurry era in missione per documentare la situazione dei rifugiati afghani, un tema di grande rilevanza durante l’invasione sovietica dell’Afghanistan (1979-1989). Milioni di civili furono costretti a fuggire, trovando rifugio in campi profughi sovraffollati in Pakistan. Questo conflitto non solo devastò l’Afghanistan, ma attirò l’attenzione internazionale, portando fotografi come McCurry a testimoniare le conseguenze umanitarie di una guerra brutale e prolungata. Durante la sua visita a un campo profughi a Nasir Bagh, notò Sharbat Gula nella tenda di una scuola improvvisata. La sua espressione intensa e i suoi occhi verdi magnetici colpirono immediatamente il fotografo, che decise di ritrarla.
Analisi tecnica
- Composizione:
- McCurry utilizza la regola dei terzi, posizionando il volto di Sharbat in modo che gli occhi catturino immediatamente l’attenzione dello spettatore.
- Lo sfondo neutro, sfocato grazie a un’ampia apertura di diaframma, isola la figura e concentra l’attenzione sul soggetto.
- Illuminazione:
- La luce naturale filtra lateralmente, modellando delicatamente i tratti del viso e creando un contrasto armonioso tra luci e ombre.
- Colore:
- I toni caldi dell’incarnato contrastano con il verde vivido degli occhi e il rosso intenso del velo, creando una tavolozza cromatica equilibrata ma vibrante.
- Attrezzatura:
- McCurry ha utilizzato una fotocamera analogica Nikon FM2 con pellicola Kodachrome 64, celebre per la sua resa vivida dei colori. Questa pellicola era particolarmente apprezzata per il suo contrasto equilibrato, la saturazione dei colori e la capacità di catturare dettagli anche in condizioni di illuminazione difficili, rendendola una scelta ideale per reportage fotografici.
Significato e impatto
La foto di Sharbat Gula è diventata un simbolo delle difficoltà affrontate dai rifugiati e dell’umanità che emerge anche nei momenti più difficili. Gli occhi della giovane trasmettono una miscela di paura, determinazione e speranza, rendendo lo scatto universale e senza tempo. Quando la fotografia fu pubblicata, gli occhi di Sharbat colpirono profondamente il pubblico, simboleggiando la resilienza dei rifugiati e la fragilità dell’infanzia in zone di conflitto. L’immagine evocò un immediato senso di empatia e urgenza, contribuendo a sensibilizzare l’opinione pubblica sulla crisi umanitaria in Afghanistan.
Curiosità
- Nel 2002, McCurry ha ritrovato Sharbat Gula, ormai adulta, dopo anni di ricerche. La loro riunione è stata documentata da National Geographic.
- La pellicola Kodachrome, utilizzata per questo scatto, è stata successivamente dismessa, rendendo la foto una testimonianza di un’epoca fotografica passata.
Lezioni per i fotografi
- Connettersi con il soggetto: McCurry ha instaurato un rapporto di fiducia con Sharbat, fondamentale per catturare un ritratto autentico.
- Sfruttare la luce naturale: L’illuminazione semplice ma efficace sottolinea l’importanza della luce disponibile.
- Attenzione ai dettagli: Dai colori all’espressione, ogni elemento contribuisce all’impatto complessivo.
La “Afghan Girl” non è solo una fotografia, ma un potente racconto visivo che continua a ispirare fotografi e osservatori di tutto il mondo. Attraverso il suo uso magistrale della tecnica e della composizione, Steve McCurry ha creato un’immagine immortale che trascende il tempo e lo spazio.